Manifesto per l’Europa

Il dopo elezioni in Italia ha visto il confermarsi di una tendenza che poteva essere percepita già in un tempo pre-elettorale: l’antieuropeismo. Il secolo scorso è stato, in parte, caratterizzato dal tentativo di creare una “Unione Europea” che, di fatto, si è concretizzata come unione monetaria e mezzo per una centralizzazione dei processi bancari europei.

Questo non è bastato per creare nella popolazione dei vari Stati un legame forte, in grado di abbattere i confini geografici. Risultato prevedibile, il denaro non è mai stato un solido collante, ed il patto, o contratto, tra gli stati europei non poteva di certo essere considerato definitivo, solido, se poggiato su di una base così instabile.

L’equilibrio in una Società è dato da principi comuni e solidamente radicati all’interno della cultura etico-morale dei cittadini, che danno forma e vita ad una determinata Nazione.

Gli Stati Uniti d’America, ad esempio, sono Uniti in ambito economico, ma non solo: la loro è un’unione culturale, basata su alcuni principi comuni, non ultimo l’amore per la Patria-America, nella sua interezza, come garante di un certo tipo di libertà irrinunciabile. Vi sono anche molte differenze, ma le difficoltà sono state, di volta in volta, superate attraverso elementi comuni, in grado di coagulare le forze in gioco.

Con questo non sto suggerendo di prendere a modello gli Stati Uniti, l’Europa è un’altra cosa, almeno per le differenze culturali, ormai, ben radicate all’interno dei singoli cittadini; gli Stati Uniti d’America potevano contare su di un contratto ( quasi ) originario, mentre per noi questa possibilità è preclusa. Il cammino verso l’U.E. somiglia ad un sentiero impervio, pieno di ostacoli e sacrifici, ma non di quel genere che abbiamo inteso sino ad ora.

L’Europa se vorrà costituirsi come Unione duratura, ma soprattutto matura, dovrà fondarsi su alcuni principi etici e politici comuni, e la ricerca di questi sarà la pena del nascituro.

Ma cosa significa “ricercare dei principi etici e politici in comune”? Innanzitutto tener conto delle asimmetrie esistenti tra i vari Stati, sia dal punto di vista del Potere ( economico e politico), sia da quello delle Capacità ( ad esempio l’acquisizione di Diritti Civili ritenuti, ad oggi, Sostanziali). L’eguaglianza passerà, inizialmente, attraverso la differenza, perché non è verosimile che, al momento della stipulazione del contratto fra stati, tutte le parti vengano considerate uguali. Quello che deve essere concesso alla parità tra i contraenti è invece la possibilità di entrare a far parte del gruppo di coloro che decidono dei principi etico-politici ( ma anche economici) dell’Unione.

Martha Nussbaum, filosofa americana, inoltre ci fornisce un’utile distinzione in materia di contratti, ovvero da chi il contratto è stipulato, e per chi i principi da questo stabiliti sono promossi. Credo che nell’attuale Unione Europea non vi sia alcuna attenzione per questi temi, centrali nella vita di ogni uomo come cittadino di uno Stato.

L’antieuropeismo dilagante deriva, a mio parere, dall’assenza di un collante – di coesione etico-politica – che verosimilmente potrebbe unire.

In questa maniera, come in Italia dobbiamo tener conto di un Movimento, quello creato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, che sta mettendo in discussione l’assetto delle nostre istituzioni, e la loro moralità, nei confronti dei cittadini sfiduciati; in Europa dovremmo prestare attenzione a queste dinamiche che la vorrebbero divisa in tanti Stati-Nazione autonomi, dovremmo ascoltare la voce del popolo, quello europeo, che, meglio delle istituzioni preposte, ha compreso la situazione attuale e, non riuscendo a cogliere un trait d’union etico-politico all’interno dell’attuale Unione, ha preferito riconoscere una realtà sotto gli occhi di tutti: non esiste alcuna U.E. all’infuori dell’unione monetaria.

Da europeista chiedo: quale è la differenza tra uno Stato-Nazione e l’attuale assetto dell’Unione Europea? Da europeista rispondo: nessuna. Da europeista propongo di redigere un Manifesto per l’Europa che riveli questo filo interstatale che, prendendo in considerazione le asimmetrie sussistenti, solo può creare una – Vera – Unione Europea.

 

Alessandro Calefati

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